ALASSIO, CITTA’ DEGLI INGLESI
Breve passeggiata nella storia, Alassio dal 1600 ai giorni nostri
“Alassio, dove pescano il corallo.” Scrive John Raymond nel suo diario, una notizia forse attinta da un marinaio alassino durante il suo viaggio in Italia. Nel 1646 non poteva certo immaginare quale legame si sarebbe creato oltre due secoli dopo tra la sua Inghilterra e quel piccolo borgo della costa ligure.
I PRIMI TURISTI INGLESI
Dieci anni dopo Francis Mortoft, non avendo trovato navi in partenza da Marsiglia verso Genova, si vede costretto ad affrontare l’impervia via terra, passando tra gli uliveti della Riviera, fermandosi ad Alassio per la cena e per la notte. Nel 1786, le cose cominciano a cambiare e quel territorio così sconosciuto e pericoloso diventa una sosta affascinante per molti viaggiatori. E così il botanico ed entomologo Edward Smith si ferma in una locanda ad Alassio di cui descrive minuziosamente la natura e la presenza dei grandi carrubi.
All’interesse naturalistico, si aggiunge anche quello paesaggistico. Alassio è ormai una delle tappe del viaggio lungo la Riviera e nel 1833 fa il suo ingresso in una delle guide turistiche di Thomas Roscoe, che raffigura Alassio in maniera non proprio realistica, ma più che sufficiente a solleticare la curiosità e la voglia di vedere quella che ormai sta diventando una new resort.
Alassio comincia lentamente ad attrezzarsi. Nel 1847 ci sono almeno tre locande. Lady Jane Freshfield lamenta la scarsa qualità dell’alloggio e del vitto, ma apprezza molto la spiaggia con le barche attorniate dai pescatori, e forse anche gli uomini. Nel 1868 arriva Henry Alford che si meraviglia di come Alassio non sia ancora stata lodata per il clima salubre, dovuto alla cerchia di colline che la proteggono dai venti freddi e su cui poter costruire ville. Da lì a poco infatti lo scenario da lui immaginato comincerà a prendere corpo.
In questi stessi anni Thomas Hanbury inizia ad acquistare terreni nella baia di Alassio con l’obiettivo di rivenderli agli ospiti inglesi che desiderino trascorrere i mesi invernali e costruirvi delle abitazioni dotate di tutti i comfort a cui sono abituati.
L’isolamento secolare in cui si trovava un po’ tutto il Ponente ligure viene rotto dall’arrivo del primo treno nel 1872. Hanbury dona alcuni terreni su cui sorgerà la stazione di Alassio, ponendo la clausola che tutti i treni dovessero farvi sosta.
Non è quindi un caso se con il treno arrivano tre anni dopo il generale McMurdo e Mr. Gibb, che insieme alle due consorti trascorrono un inverno ad Alassio, ma ne rimangono così affascinati che decidono di stabilirvisi definitivamente. Mr. Gibb acquista una tenuta alle spalle della ferrovia, i cui giardini aperti al pubblico, verranno ricordati nelle più importanti guide dell’epoca. Il generale McMurdo, invece, si insedia in una proprietà dove esisteva già un palazzina (l’attuale Villino della Pergola) appartenuta ad un’ antica famiglia albenganese.
Intanto nel 1878 arriva il Dr. Dickinson, primo medico inglese che inizia ad esercitare questa professione ad Alassio. A lui si aggiungono molti altri inglesi che, pur non trovando il livello di comfort dell’immenso impero coloniale britannico, vengono ricompensati dalla bellezza della baia, dalla natura ancora incontaminata e dai prezzi decisamente abbordabili. Alassio insomma è una new resort che attira un numero sempre maggiore di ospiti. In questo stesso anno, viene costruita la prima chiesa anglicana proprio in zona stazione, dove nel 1881, verrà celebrato il primo matrimonio. Soltanto dieci anni dopo si renderà necessario un ampliamento per far fronte all’aumentato numero di fedeli.
Nel 1888 risiede stabilmente ad Alassio il pittore irlandese Richard W. West, che abita in una casa direttamente sul mare dalla quale può ritrarre direttamente la spiaggia e i pescatori. Le sue opere vengono esibite nella “West Memorial Gallery” inaugurata dalla moglie dopo la morte dell’artista.
DAI PRIMI DEL NOVECENTO AI CONFLITTI MONDIALI
Nel 1900 nasce il primo English Club, che diviene subito il più importante luogo di ritrovo della colonia britannica. Qui si tenevano concerti e spettacoli teatrali, cene di gala e feste da ballo; vi si trovavano anche una pasticceria e l’immancabile sala da tè, ma anche spazi per il gioco del bridge e persino per tirare di scherma. Frattanto le ville inglesi sulla collina si moltiplicano e vi sorge pure un albergo.
Dopo il primo conflitto mondiale Alassio e gli inglesi sono cambiati: il turismo è diventato anche estivo e balneare, da poco è entrato in funzione l’acquedotto pubblico, i caffè sono sempre più frequentati e in particolare l’English Club lavora a pieno ritmo.
Il leader indiscusso della colonia è ora Daniel Hanbury, figlio di Thomas Hanbury, che negli anni Venti ha acquistato Villino e Villa della Pergola; inoltre fa costruire il primo circolo di tennis e la prima biblioteca che diviene immediatamente uno dei più importanti luoghi di aggregazione della comunità.
Il secondo conflitto mondiale rompe però questa armonia e prosperità di Alassio e sono tantissimi gli inglesi che lasciano Alassio. Solo al termine della guerra alcuni ritornano in città, riapre il Tennis Club e la English Library riprende a funzionare, ma ormai è uscito un nuovo mondo: i giovani prendono altre strade, la colonia invecchia e si riduce sempre più. La demolizione dell’English Club segna la fine di un’epoca, anche se di questa epoca ancora oggi resta un cospicuo patrimonio fatto di cultura, bellezza e civiltà.
I GIORNI NOSTRI
Oggi si possono ancora visitare la West Memorial Gallery con i quadri del pittore irlandese, così come si possono ancora consultare i volumi della English Library. Anche se solo dall’esterno restano ben visibili le massicce strutture neogotiche della chiesa anglicana e, oltre la ferrovia, sulla prima collina si entra nel cuore della zona “inglese” dove si può ammirare la spettacolare Villa della Pergola e tutt’intorno le altre ville. In pochi sanno che anche l’ex ospedale di Alassio ha un origine british, perché nacque come albergo, voluto e gestito da due signore inglesi per ospitare i loro connazionali. Il percorso si potrebbe concludere con l’Hanbury Tennis Club, rimasto intatto, ma per i più curiosi, è possibile spingersi fino al cimitero, dove solitario e suggestivo è il “Campo degli Inglesi”: qui vi sono le tombe di molti di quei personaggi che hanno contribuito, probabilmente senza saperlo, a cambiare il destino di Alassio.