ZUCCARELLO “IN & OUT”
La vera bellezza di una terra la si vede visitando anche i luoghi meno conosciuti, soprattutto per la storia meravigliosa che ci permettono di scoprire. Questo è il motivo principale per cui in questo articolo ti vogliamo parlare di Zuccarello, un affascinante borgo nell’entroterra di Albenga. Come Verezzi e Castelvecchio di Rocca Barbena, Zuccarello è uno dei Borghi più Belli d’Italia e con essi rappresenta quella parte del Savonese non ancora intaccata dal turismo di massa.
LA STORIA DEL BORGO
A soli 19 km da Alassio e circa 15 minuti di viaggio in auto, un luogo di incanto: il borgo fortificato di Zuccarello fondato nel 1248 è guardato dall’alto dai resti del castello dei Del Carretto.
La via principale, fiancheggiata dai portici bassi, lo attraversa e la porta Sottana a Sud, affiancata da due torri medievali, apre l’accesso al borgo.
Fuori porta, il ponte tardo medievale attraversa il torrente Neva, che dà il nome alla vallata. Questo particolare centro conserva l’impianto medievale. Dalla via principale ci si inoltra all’interno dell’abitato un reticolato di caruggi. Zuccarello fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e nasce come borgo commerciale fortificato grazie alla sua posizione su una via del sale ora via principale di accesso all’Alta Val Tanaro: scollina sul San Bernardino, scende su Garessio per proseguire in territorio piemontese verso la provincia di Cuneo. Da qui si godono panorami diversi dai soliti percorsi.
Essendosi formato come borgo commerciale non sorprende notare come molte delle porte che si aprono sotto ai portici abbiano la struttura di antiche botteghe, con l’ingresso affiancato da una apertura che fungeva da ripiano per l’esposizione dei prodotti, una sorta di antica “vetrina” . Alcune delle botteghe in attività presentano tuttora questa particolare e curiosa struttura, testimonianza storica dell’antica funzione commerciale di Zuccarello.
DA NON PERDERE
La Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo esisteva già nel 1321, ma ha quasi certamente origini più antiche, benchè non documentate. Al suo interno la chiesa conserva tracce di affreschi della fine del secolo XV e della seconda metà del secolo XIX. Tra le opere d’arte esposte le due più importanti sono la Vergine con il bambino, S. Caterina d’Alessandria, San Giovanni Evangelista, S. Carlo Borromeo e S. Antonio Abate, (opera del voltrese Orazio De Ferrari (1606 – 1657), uno dei migliori esponenti della pittura genovese del ‘600) e la cassa processionale del patrono San Bartolomeo dello scultore Paolo Olivari (1842).
L’Oratorio di S. Maria nascente è una struttura a due piani risistemata nel corso del ‘600. Nella volta è dipinto uno splendido ovale raffigurante la Vergine in cielo circondata da nuvole e da una corona di angioletti. Vi è conservato un crocifisso quattrocentesco e tele dei secoli XVII – XVIII.
La chiesa della Madonna della Neve, ospitava un tempo un eremita, per tale motivo veniva detta “eremierio”. Al suo interno veniva data ospitalità ai viandanti fuori dalle mura in attesa che fosse concesso loro l’ingresso al borgo.
EVENTI DI RILIEVO
La prima è la Rievocazione storica del matrimonio di Ilaria Del Carretto che si tiene a Luglio ed è una delle manifestazioni in costume più importanti e apprezzate in Liguria. La seconda invece si tiene tra fine ottobre e inizio novembre (di solito sfrutta il ponte dei santi): la Festa della Zucca. Un po’ per il nome dell’ortaggio che richiama il nome del borgo, un po’ perché si tratta di un prodotto buonissimo il borgo è invaso da molti visitatori. In questa occasione infatti possono sia assaggiare molti piatti a base di zucca che approfittare degli stand e della possibilità di ammirare Zuccarello immerso nei colori autunnali.
A PIEDI DA UN CASTELLO ALL’ALTRO… DA ZUCCARELLO A CASTELVECCHIO DI ROCCA BARBENA
Da Zuccarello attraverso il Sentiero di Ilaria si raggiunge Castelvecchio di Rocca Barbena partendo proprio da via del Castello. All’esterno della porta turrita d’ingresso al paese, ci accoglie una statua di bronzo di Ilaria Del Carretto (dell’artista Flavio Furlano).
Oltre la soglia, una serie di caratteristici doppi portici medievali ci accompagna fino in fondo al paese (poco dopo la chiesa, sulla sinistra notiamo la colonna della fustigazione in ardesia, a cui i condannati venivano legati).
Poco prima della porta settentrionale, sulla destra si diparte il sentiero acciottolato che ci porta in venti minuti ai ruderi del castello di Zuccarello.
Un’occhiata a quanto rimane del castello natìo di Ilaria e proseguiamo la nostra strada, a tratti selciata, a tratti sterrata, tra terrazze di ulivi e castagneti, sfioriamo una cappelletta bianca ed ecco che, dopo circa un’ora dalla partenza, arriviamo in vista di Castelvecchio di Rocca Barbena.
Il paese a struttura circolare è arroccato su uno sperone roccioso e sovrastato dall’enorme castello feudale eretto dai Clavesana e appartenuto per un lungo periodo ai Del Carretto
( oggi privato e chiuso al pubblico).
Arrivati nel centro, ci si può “perdere” nei vicoli stretti e tortuosi, intatti da mille anni, e attraversare la graziosa piazza della Torre, detta “dell’impiccato”.
Silenzio e rari turisti completano il bel quadro.
Si parte da un bel borgo e si raggiunge un borgo ancora più bello, ricco di facino e di storia, fuori dai grandi flussi turistici.
CASTELVECCHIO IN PILLOLE
E’ il primo ed il più bello dei borghi murati della Val Neva, avvolto a cerchio intorno al castello che lo domina. Il castello fu costruito dai Clavesana nel XI secolo, quando ancora il luogo si chiamava Vallis Cohedani, toponimo misterioso che identificava una delle principali “vie del sale”, in grado di mettere in comunicazione la pianura piemontese con la Liguria di ponente attraverso lo scambio di olio, vino, grano, legname. Il castello rispecchia il carattere della fiera nobiltà di montagna che ha saputo resistere a vicini ben più potenti come i Savoia e la Repubblica di Genova. Ad esso si accede inerpicandosi per le strette e tortuose viuzze che si diramano dal carruggio principale. Alla famiglia che oggi lo abita si devono gli interventi conservativi che lo hanno riportato a nuova vita.
Il borgo si caratterizza per le antiche case in pietra, per i portali in tufo, i tetti a terrazza e i sottotetti ad arco in cui si essiccavano fichi e funghi, per le sagome dei forni sporgenti dai muri delle case, dove veniva cotto il pane per la comunità, e per le cornici bianche alla finestre, che richiamano motivi dell’area alpino-provenzale. Le case fortezza, collegate da archi in funzione antisismica sulle vie interne, si conciliano con l’aspetto mediterraneo delle coperture a terrazza, che conservano forse il ricordo delle origini: i primi abitanti pare fossero saliti fin qui dalla costa per sfuggire alle incursioni saracene. Tra le case arroccate alle pendici del castello c’è quella in cui Björn Afzelius componeva le sue canzoni.
La chiesa dell’Assunta, pur avendo subito rifacimenti in periodo barocco, mantiene il campanile con cuspide dell’edificio originario. Su piazza della torre, dove un tempo era innalzata la forca, si affaccia l’oratorio dei Disciplinanti. Dalla strada che conduce al cimitero si può raggiungere il poggio su cui è edificato il santuario della Madonna delle Grazie (sec. XVII). Da qui è molto bella la vista sul borgo e sul paesaggio, dominato dalle fasce coltivate vicino alle case.
Gossip dal passato: figlia del Marchese di Zuccarello, Ilaria del Carretto, andò in moglie a Paolo Guinigi, signore di Lucca nel 1403, e morì di parto ad appena 26 anni.
Di lei hanno parlato poeti come Quasimodo, Pasolini e D’Annunzio. La sua bellezza l’ha immortalata nel marmo Jacopo della Quercia scolpendo il sarcofago della cattedrale di San Martino a Lucca. Sì, perché fu sfortunata, Ilaria: morì giovane e le principesse sfortunate, si sa, restano nel cuore.
Noi vi abbiamo indicato la via… se volete incontrarla, ovvero camminare sui suoi passi, respirare la sua stessa aria, le atmosfere in cui è cresciuta, andate a Zuccarello !